Enzo è un uomo di 72 anni molto attivo. Pratica la caccia e gli piace effettuare attività o lavori all’aria aperta.
Da mesi è apparsa una neoformazione sulla parte superiore della spalla, di dimensioni sempre più grandi, che gli causa limitazioni sempre maggiori: da un senso di fastidio soggettivo, comincia ad avere difficoltà persino ad indossare una maglia.
Nonostante quella spalla sia sempre stata leggermente più debole dell’altra, non ha mai avuto i fastidi degli ultimi mesi.
I primi consulti ortopedici hanno fatto diagnosi di cisti dell’articolazione acromion-claveare, ma hanno anche prospettato al signor Enzo degli interventi molto invasivi, che al momento non si sentiva pronto ad effettuare. Inoltre, i tentativi di svuotamento con ago della neoformazione non gli davano beneficio: la cisti si riformava dopo pochi giorni.
Un amico del signor Enzo gli consiglia il Dr. Fosco che conferma la diagnosi di cisti dell’articolazione acromion-claveare. E’ questa una cisti articolare piena di liquido articolare che si accumula con un effetto a valvola. Interventi tradizionali “a cielo aperto” di asportazione della cisti rischiano di danneggiare alcuni legamenti importanti per questa articolazione.
Considerato che la sintomatologia lamentata dal signor Enzo era riferita esclusivamente alla cisti acromion-claveare, si decide per un intervento mini-invasivo in artroscopia. L’intervento consiste nell’ampliare l’articolazione acromion-claveare per impedire che il liquido si continui ad accumulare con un effetto a valvola. L’intervento in artroscopia permette di rispettare completamente i legamenti di questa articolazione.
Enzo. Aspetto dopo intervento in artroscopia.jpg
Il recupero dopo l’intervento è veloce, le neoformazione non si forma nuovamente, ed il signor Enzo è libero di praticare i suoi passatempi preferiti.
